giovedì 14 aprile 2011

Una rotonda ... sul corso

30 gennaio 2009
Una rotonda ... sul corso.








Non è che lo guardo tutti i giorni. Diciamo che a quell'ora, aspettando il tiggì, fra il prepare tavola, cercare di mettere un po' di ordine in cucina, sistemare un po' di differenziata per la mattina dopo, ed altre piacevolezze, fra una parola e l'altra uno butta l'orecchio anche alla tivù, e succede che una frase, anche minima, ti resta in testa, tipo quel motivetto che non sai come ci sia arrivato, ma te lo canticchi tutto il giorno, a volte anche a mezza voce, che la gente ti guarda come un fesso e mica le puoi dare torto, che almeno fosse musica decente, no, sempre dududu dadada, ma ti resta lì appiccicato come ti avesse scelto proprio lui, proprio quel giorno lì, tipo l'unto del signore, che o quel giorno o mai più. E hai voglia di cambiare canale.
No, se poco poco ti distrai eccolo che rispunta; non ti ricordi manco le parole e ti vengono per la mente strane frasi senza senso che ti viene anche da ridere, e se ridi per strada, da solo, la figura del fesso è grasso che cola.

Non mi ricordo cosa stavo dicendo ... ah, si, del tivù. Ora succede che una concorrente (mai capito se vanno a favore di onda, se hanno l'elettricità incorporata o se solo corrono con gli altri, boh) che fa anche la vigile a Torino, ad una domanda tipo dove abita? Cosa fa? ed uno ad una vigile gli chiede anche: e il traffico com'è? lei risponde: troppe rotonde.

L'avrei baciata, se solo ci fossi stato attento.
Mi è venuto in mente solo dopo il fatto delle rotonde.

Ora io non ho nulla contro le rotonde. Ma quelle italiane, quelle di una volta, non quelle francesi che tu ci arrivi dopo che hai dato precedenza a destra per chilometri e lì, di botto, cambia tutto: precedenza a sinistra.

Mi spiego meglio. Pigliamo piazza Robilant, a Torino, quella bella grandicella, che in mezzo c'è un parchetto, tondo, e intorno c'è la strada, tonda, e su quella strada ci confluiscono un corso e due altre strade.

Per anni tu arrivavi lì, mettiamo dal corso, che avevi anche precedenza lungo tutta la strada, e per pigliare il proseguimento del corso ti dovevi fare mezza rotonda. Ci arrivavi ed entravi, avevi precedenza, sulla rotonda tutti ti arrivano da sinistra. Chiarissimo.

Ora tu arrivi lì e ti devi fermare, dato che quelli che sono già sulla rotonda hanno precedenza. Insomma il primo che la cucca ci può passare la giornata andando in tondo, che nessuno lo può ostacolare.
Mettiamo che ci si mette d'accordo in sei o sette, ci infiliamo sulla rotonda e per tutto il giorno ci giriamo dentro, tipo giostra, magari anche telefonando a qualcuno ogni tanto, e tutto il resto della città che sta ferma a guardare noi gadan che, porca l'oca, abbiamo la precedenza, neh?
A vita.
O almeno finchè c'è benzina.

Ora il fatto della rotonda ce lo spiegano con il risparmio sui semafori. Che di per sè niente male, meno si spende meglio è. Però in piazza Robilant non c'era mica il semaforo, mai stato, e ci si marciava alla grande.
E senza dossetti.
Che non è quel Dossetti lì, sono quelle barriere architettoniche (scocciature) che mettono ogni tanto per farti rallentare, che se non sai che ci sono ti sdereni la marmitta e finisce che la rotonda diventa una giostra a calcinculo, che di sicuro la tamponata te la cucchi.

Ora c'è la rotonda, in piazza Robilant, coi dossetti (che continuano a non essere quel Dossetti lì) che non solo, una volta che ti sei infilato, hai precedenza, ma ci devi anche andare adagio, così dal corso ci mettono ancora più tempo ad infilarcisi.

Le rotonde meglio al mare.

Io personalmente di rotonde ne ho due.
Stracolme.
Una piena e l'altra che versa.

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