giovedì 9 settembre 2010

... e non si capisce il motivo

24
agosto
2010








Le donne odiavano il jazz
e non si capisce il motivo

Paolo Conte (mon quasi citoyen, essendo astigiano).
Dire che lo amo sarebbe un eufemismo, sempre se mi ricordo cosa significhi.

Paolo Conte.
Sotto le stelle del jazz.
Piaciuta al primo colpo.
Musica e parole.
Ci sono due frasi che mi hanno colpito da subito.
La prima:

Pochi capivano il jazz
troppe cravatte sbagliate.


Ci ho gabolato un po', avevo un vago ricordo che mi girava in testa, anche ora non ne sono sicuro sicuro.
Ma il fatto delle cravatte come abbigliamento non ce lo vedo.
In primis in quanto sui bricchi cravatta è la sciarpa, mentre la cravatta, l'altra, è il cruatin, il cravattino.
Poi quell'idea, quel ricordo, confuso ma insistente.

Naturalmente mi sto sbagliando, ma mi piace pensare che sia proprio come sbaglio io.

La cravatta, per i musicanti di paese, quelli con la fisarmonica o la chitarra, era un accordo, un giro di frase, un legame tra la melodia e l'accompagnamento, un collegamento armonico fra un accordo ed il successivo, una svisata, un colpo di tacco che Maradona se lo sogna.

Mi piace l'idea che il mitico abbia inteso parlare di quella cravatta lì, dandoci di doppio senso, visto che nel jazz l'armonia spesso cede il passo a qualcosa di disarmonico, dissonante, ma giusto il tempo di annodarsi la cravatta, di riprendere il filo del motivo.
Il jazz spesso non fa le cravatte giuste, svisa di sguincio, sembra che stoni.
Sembra.

Ridurlo ad un accessorio forse è la realtà, anche se quel "capivano" lascia spazio a due possibilità: o il Paolo Conte gioca sul fatto che l'aspetto fosse prevalente sull'esecuzione, oppure che proprio non lo capissero il motivo, data la difficoltà di apprezzare cravatte (musicali) sbagliate.

Alla fin fine preferisco fantasticare sulle espressioni di paese, dei balli a palchetto.
Più poetiche e più terra terra al contempo.


Ora che ho la cravatta passo alla seconda frase:

le donne odiavano il jazz
e non si capisce il motivo

Qui solo una sensazione, ma precisa, che forse ci cucco, qui.
Pensare che il mitico abbia scritto un verso così ... banale?
Ma non ci credo manco se me lo dice lui.
Lui che ama i calembour, i criptogrammi, lui che si inventa quello che vi sparo alla fine di questa pagina, no, lui no.

Lui ha giocato sul doppio significato di motivo (causa, ragione, movente, presupposto, etc) e di "motivo musicale" (tema, melodia, aria).
Doppio senso classico.
Quasi avesse scritto, sorridendo dietro ai baffi:

Le donne odiavano il jazz
(e dicevano o pensavano:) e non si capisce il motivo (della canzone, la melodia).
E quella "e" davanti al "non si" è tutta una eeeee astigiana, tipo uffa, visto neh?

Che se era nel senso di motivo come ragione, forse avrebbe scritto:
Le donne odiavano il jazz e non si capiva il motivo.
Che così la consecutio e la metrica sarebbero state rispettate.
Sempre che non pensiate che sia ricorso ad un presente storico.
Diciamo che ci ha dato un aiutino.

Mitico, no?
Per chi ama giocare con le parole, coi significati doppi e tripli, beh, una canzone bellissima in quanto a motivo, con anche un paio di rimandi (ce ne sono altri, ma ve li risparmio) al calembour, beh ... il max.
(Bellissima anche Max, fra le righe).

Ho cercato onlain qualcuno che mi supportasse (che mi desse un elp) ma manco uno (*). Ed allora ho pensato di scriverla qui, tutta la tiritera.

Resto dell'idea che il gioco fra motivo e cravatta sia quello giusto: in fondo il jazz davvero non piace a tutti, poco orecchiabile, non si capisce il motivo e le cravatte sono sbagliate, no?

Prima di andare, come promesso, vi sparo la cripto del mitico:

Ossessione per i campi di concentramento: 5,5 = 2,8

Auguri.
Se non ci riuscite vi passo la soluscion fra un mese, così nel frattempo vi ascoltate tutto Paolo Conte, che ne val la pena, neh.

(*) Rettifica. Uno l'ho trovato, almeno per la frase e non si capisce il motivo


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